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300 milioni di euro bloccati in Italia
Segnalato dal Vaticano alla Banca d’Italia anche l’ultimo caso di riciclaggio per cui indaga la Procura di Roma: quello di monsignor Bonicelli e di Giovanni Morzenti
di Maria Antonietta Calabrò
Secondo l’AIF, autorità finanziaria vaticana antiriciclaggio , era necessario introdurre «misure correttive» affinché lo Ior (la cosiddetta banca vaticana ) continuasse a progredire sulla strada della trasparenza e della conformità alle norme internazionali . E questo è stato fatto nel 2013.
«Siamo sulla buona strada» spiega il direttore dell’Aif, lo svizzero Rene Bruelhart che ha illustrato il Rapporto annuale sull’attività del 2013, le cui statistiche dimostrano che le segnalazioni di operazioni sospette sono state l’anno scorso 202, mentre l’anno precedente erano state solo 6 e 1 nel 2011. La metà di queste segnalazioni si sono concentrate negli ultimi due mesi dell’anno (novembre e dicembre), visto che al Comitato Moneyval ne erano state segnalate (a far data dal 30 ottobre 2013) 105.
Cinque casi
Di queste 202 segnalazioni , 5 sono state ritenute degne di approfondimento e i casi sono stati deferiti al Procuratore vaticano per le indagini penali . Bruelhart ha sottolineato che l’incremento del numero delle transazioni sospette non necessariamente evidenzia che l’anno scorso si sono consumate un maggior numero di attività illecite . Ma piuttosto che la nuova legge antiriciclaggio approvata da Papa Francesco promulgata nell’ottobre 2013 (dopo il Motu Proprio dell’ 8 agosto) si sta rivelando efficace nel compito di segnalare transazioni potenzialmente problematiche.
L’ispezione
Il direttore Bruelhart ha parlato in conferenza stampa anche della tanto a lungo attesa ispezione interna all’Istituto per le Opere di Religione. In particolare in relazione alla esistenza dei cosiddetti «conti misti a gestione confusa». Lo Ior infatti è cliente delle banche estere e in quanto tale possiede i suoi conti, ma il danaro che muove non è solo suo, ma anche quello dei propri clienti (cioè dei clienti che hanno un conto presso il Torrione di Niccolò V) senza rivelarne l’identità . Questo è un problema che è stato identificato nel corso dell’ispezione e dovrà essere affrontato, anche perché si tratta del nodo centrale nei rapporti con la Banca d’Italia e con il sistema bancario italiano. Proprio a motivo dell’esistenza di « conti misti» ( che non permettono l’identificazione automatica dei clienti per cui lo Ior compie le operazioni) sono partite le indagini della magistratura italiana per il reato di riciclaggio. Ed è stata «congelata» dal 2011 tutta l’operatività dello IOR in Italia, con circa 300 milioni di euro«bloccati» presso le banche italiane corrispondenti.
Conti chiusi
Quanto alla decisione dello Ior di chiudere circa 12oo conti , dopo aver «ridefinito» i criteri di accesso della clientela, essa non ha nulla a che fare con la necessità di «fare pulizia». Allo Ior non è stato chiuso nessun conto per sospetto riciclaggio, nè poteva esserlo, ha detto Bruelhart, perché i conti sospetti devono essere monitorati secondo alcune particolari procedure dell’ autorità finanziaria, l’Aif (come avviene in tutti i Paesi).
Collaborazione internazionale
Nelle statistiche che accompagnano il Rapporto dell’Aif viene messo in evidenza che l’anno scorso l’AIF ha lavorato con 4 controparti estere, tra cui l’Uif della Banca d’Italia e che ben 28 sono state le richieste di informazioni inoltrate dal Vaticano alle autorità estere mentre 53 sono state le richieste di informazioni ricevute. Tra le informazioni inviate in Italia anche quelle relative all’ultima indagine aperta dalla Procura di Roma per riciclaggio nei confronti dell’arcivescovo emerito di Siena Gaetano Bonicelli e di due cittadini italiani, tra cui il manager Giovanni Morzenti .
19 maggio 2014 | 18:12
© RIPRODUZIONE RISERVATASecondo l’AIF, autorità finanziaria vaticana antiriciclaggio , era necessario introdurre «misure correttive» affinché lo Ior (la cosiddetta banca vaticana ) continuasse a progredire sulla strada della trasparenza e della conformità alle norme internazionali . E questo è stato fatto nel 2013.
«Siamo sulla buona strada» spiega il direttore dell’Aif, lo svizzero Rene Bruelhart che ha illustrato il Rapporto annuale sull’attività del 2013, le cui statistiche dimostrano che le segnalazioni di operazioni sospette sono state l’anno scorso 202, mentre l’anno precedente erano state solo 6 e 1 nel 2011. La metà di queste segnalazioni si sono concentrate negli ultimi due mesi dell’anno (novembre e dicembre), visto che al Comitato Moneyval ne erano state segnalate (a far data dal 30 ottobre 2013) 105.
Cinque casi
Di queste 202 segnalazioni , 5 sono state ritenute degne di approfondimento e i casi sono stati deferiti al Procuratore vaticano per le indagini penali . Bruelhart ha sottolineato che l’incremento del numero delle transazioni sospette non necessariamente evidenzia che l’anno scorso si sono consumate un maggior numero di attività illecite . Ma piuttosto che la nuova legge antiriciclaggio approvata da Papa Francesco promulgata nell’ottobre 2013 (dopo il Motu Proprio dell’ 8 agosto) si sta rivelando efficace nel compito di segnalare transazioni potenzialmente problematiche.
L’ispezione
Il direttore Bruelhart ha parlato in conferenza stampa anche della tanto a lungo attesa ispezione interna all’Istituto per le Opere di Religione. In particolare in relazione alla esistenza dei cosiddetti «conti misti a gestione confusa». Lo Ior infatti è cliente delle banche estere e in quanto tale possiede i suoi conti, ma il danaro che muove non è solo suo, ma anche quello dei propri clienti (cioè dei clienti che hanno un conto presso il Torrione di Niccolò V) senza rivelarne l’identità . Questo è un problema che è stato identificato nel corso dell’ispezione e dovrà essere affrontato, anche perché si tratta del nodo centrale nei rapporti con la Banca d’Italia e con il sistema bancario italiano. Proprio a motivo dell’esistenza di « conti misti» ( che non permettono l’identificazione automatica dei clienti per cui lo Ior compie le operazioni) sono partite le indagini della magistratura italiana per il reato di riciclaggio. Ed è stata «congelata» dal 2011 tutta l’operatività dello IOR in Italia, con circa 300 milioni di euro«bloccati» presso le banche italiane corrispondenti.
Conti chiusi
Quanto alla decisione dello Ior di chiudere circa 12oo conti , dopo aver «ridefinito» i criteri di accesso della clientela, essa non ha nulla a che fare con la necessità di «fare pulizia». Allo Ior non è stato chiuso nessun conto per sospetto riciclaggio, nè poteva esserlo, ha detto Bruelhart, perché i conti sospetti devono essere monitorati secondo alcune particolari procedure dell’ autorità finanziaria, l’Aif (come avviene in tutti i Paesi).
Collaborazione internazionale
Nelle statistiche che accompagnano il Rapporto dell’Aif viene messo in evidenza che l’anno scorso l’AIF ha lavorato con 4 controparti estere, tra cui l’Uif della Banca d’Italia e che ben 28 sono state le richieste di informazioni inoltrate dal Vaticano alle autorità estere mentre 53 sono state le richieste di informazioni ricevute. Tra le informazioni inviate in Italia anche quelle relative all’ultima indagine aperta dalla Procura di Roma per riciclaggio nei confronti dell’arcivescovo emerito di Siena Gaetano Bonicelli e di due cittadini italiani, tra cui il manager Giovanni Morzenti .
19 maggio 2014 | 18:12
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di Mary Mancinelli - BANCA DEL VATICANO: "Der Spiegel e Forbes parlano apertamente di riciclaggio del denaro sporco, di operazioni connesse con mafie e multinazionali" - Der Spiegel a proposito della banca del Vaticano parla apertamente di riciclaggio del denaro sporco, di operazioni connesse con mafie e multinazionali. JPMorgan sarebbe complice del Vaticano "Money Bank"- di riciclaggio - Intanto Jamie Dimon, Ceo di JP Morgan, ha chiesto udienza privata al Papa. Non certo per parlare di argomenti spirituali.
Coinvolta in un altro scandalo finanziario di pertinenza del riciclaggio del denaro, la banca vaticana è stata chiamata da Forbes “la banca più segreta del mondo” e si affaccia il controllo internazionale nel suo modello di banca altamente segreta. Anche se i dettagli sono ancora limitati per il pubblico, è chiaro che la banca vaticana si trova ad affrontare la pressione da parte di funzionari italiani ed europei sulle sue Operazioni Interne. In breve, la banca ha riciclato miliardi di dollari. Ha avuto aiuto, naturalmente, nella rete profondamente intrecciata dell’alta finanza, e nientemeno che banca americana JPMorgan ha spalleggiato operazioni altamente sospette, anche se la banca non è ancora stato accusata di riciclaggio in sé. Anche se questo è un gioco da ragazzi, considerando i conti che la banca ha ospitato per il Vaticano.
http://it-it.facebook.com/notes/informare-controinformando-news/banca-del-vaticano-der-spiegel-e-forbes-riciclaggio-del-denaro-sporco-operazioni/390346784356311
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DEAD DATE OF POPES SINCE 1799
PIUS VI 1799
PIUS VII 1823
LEO XII 1829
PIUS VIII 1830
GREGORIUS XVI 1846
PIUS X 1914
BENEDICTUS XV 1922
PIUS XI 1939
PIUS XII 1958
IOANNES XXIII 1963
PAULUS VI 1978
IOANNES PAULUS I 1978
IOANNES PAULUS II 2005
BENEDICTUS XVI .......
FRANCIS I .......
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Entre los archivos se encuentran famosos discursos de distintos papas, como el de Pio XXII justo antes del estallido de la Segunda Guerra Mundial.
1/4/2014 - La radio del Vaticano anunció este martes un servicio de archivo digital online que permitirá a los usuarios escuchar las voces de papas tan lejanos en el tiempo como el siglo XIX.
En concreto se trata de 8.000 grabaciones en cinta del archivo pontificio que fueron digitalizadas.
El archivo comienza en 1931 pero contiene audios más antiguos, incluido uno del papa Leo XIII que data de 1884.
La iniciativa es parte de los preparativos de la doble canonización que tendrá lugar este mes de los papas Juan XXIII y Juan Pablo II.
Entre los audios hay algunos que capturan momentos históricos, como el discurso de Pio XXII en agosto de 1939 haciendo un llamamiento a la prudencia poco antes del estallido de la Segunda Guerra Mundial.
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http://www.bbc.co.uk/mundo/ultimas_noticias/2014/04/140401_ultnot_vaticano_radio_ar.shtml
31 de marzo de 2014 Associated Press
El rechazo a la relección del presidente colombiano Juan Manuel Santos creció 7 puntos porcentuales de febrero a marzo y actualmente se ubica en 70%, según una nueva encuesta divulgada el lunes.
Sin embargo, el presidente, que aspira ganar un segundo mandato en los comicios del 25 de mayo, sigue punteando las preferencias electorales, de acuerdo con la muestra de la firma Cifras y Conceptos para la radio Caracol y Red Mas Noticias.
Al ser consultados sobre si estaban o no de acuerdo con la reelección, un 25% de los encuestados respondió estar de acuerdo frente a un 70% que mostró su desacuerdo. En febrero pasado el porcentaje en desacuerdo con la reelección era de 63%, mientras un 30% dijo estar a favor.
La muestra consultó a 2.500 personas cara a cara en 32 distintas localidades del país del 21 al 25 de marzo y tuvo un margen de error de 2,9 puntos porcentuales.
César Caballero, gerente de la encuestadora, atribuyó ese rechazo a la relección de Santos al hecho de que es percibido como "un gobernante distante" a la población, con poco carisma y problemas de comunicación desde el gobierno para transmitir las obras que ha ejecutado o sus logros económicos.
"Con estos números, con esta foto, él (Santos) tiene que ir a una segunda vuelta" electoral, dijo Caballero a la radio Caracol sobre las tendencias. Para ganar en primera vuelta un candidato tiene que conseguir más de 50% de los sufragios, de lo contrario a la segunda vuelta pasan los dos aspirantes más votados. Esa segunda ronda está prevista para junio.
Según la muestra, Santos cuenta actualmente con 23% de las preferencias electorales, seguido por el ex alcalde de Bogotá Enrique Peñalosa, del partido Alianza Verde, con 13%, y en el tercer lugar se ubicó con 11% el ex ministro de Hacienda Oscar Iván Zuluaga, del movimiento Centro Democrático del ex presidente Alvaro Uribe (2002-2010).
El porcentaje de personas que respondió que votaría en blanco fue de 26%, destacó Caballero al explicar que representó una reducción con respecto a muestras anteriores que lo ubicaban en 30%.
En una segunda vuelta, Santos derrotaría a todos sus rivales con porcentajes de entre 26 y 28%, mientras Peñaloza obtendría 19% y Zuluaga 18% en esa segunda ronda, añadió la encuesta.
http://noticias.terra.com/america-latina/colombia/encuesta-crece-rechazo-a-reeleccion-en-colombia,7231cc1628115410VgnCLD2000000ec6eb0aRCRD.html
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Etiquetas: Angelino Garzón, comandante Ternura, humor, Juan Manuel Santos, Luis Carlos Restrepo, parodia,política, política colombiana, reelección de Juan Manuel Santos, reeleccionismo, Simón Gaviria, Víctor Carranza
http://equinoxio.org/columnas/los-heroes-opinan-12898/
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Vie, 10/25/2013 - La muestra, elaborada por la firma Cifras y Conceptos, estableció además que si las elecciones para presidente fueran mañana el primo del presidente, Francisco Santos, ex vicepresidente de Alvaro Uribe, tendría el 18% de respaldo.
Francisco Santos forma parte del grupo de tres aspirantes del partido Centro Democrático, de derecha, cuya cabeza visible es el ex presidente Uribe (2002-2010), del que será escogido uno para la disputa presidencial de mayo del próximo año.
El 76% de los colombianos no quiere un nuevo mandato del presidente Juan Manuel Santos, y 70% de ellos reafirma esa postura aunque se firme la paz con las Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (FARC).
Francisco Santos forma parte del grupo de tres aspirantes del partido Centro Democrático, de derecha, cuya cabeza visible es el ex presidente Uribe (2002-2010), del que será escogido uno para la disputa presidencial de mayo del próximo año.
Uribe es el mayor contrincante político de Santos, a quien acusa de desviarse de su línea política con medidas como la apertura del diálogo de paz con las FARC.
La encuesta se realizó sobre 2.500 personas en 67 municipios del país y tiene un margen de error del 2,9%.
El jefe de Estado aún no informó públicamente si se presentará a la reelección, decisión que debe tomar en menos de dos meses.
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Cardenal Rouco en su despedida: 'La nación española se encuentra amenazada por posibles rupturas insolidarias'
El cardenal pronuncia su último discurso como líder del episcopado
Clama contra el aborto y a favor de la familia tradicional y reivindica la clase de Religión
En verano, también dejará su cargo al frente del arzobispado de Madrid
11/03/2014 15:41 horas - elmundo.es - Comienza la despedida del cardenal Rouco Varela por etapas. Mañana deja su gran palanca de poder, la presidencia de la Conferencia Episcopal. En el verano, se despedirá del arzobispado de Madrid. Hoy, pronunció su último discurso como líder del episcopado. Se va el "cardenal Cisneros" y su marcha no es llorada por sus pares. En su despedida, volvió a su hoja de ruta de siempre: familia, vida y defensa de la clase de Religión. Y una descripción en blanco y negro de la situación de España, "amenazada por posibles rupturas insolidarias".
Y es que, para el cardenal de Madrid, España está viviendo en una situación cultural "postcristiana", que describe con sus habituales tonos sombríos. "Sufrimos el envejecimiento alarmante de nuestra sociedad, con el matrimonio y la familia atravesando una crisis profunda; la cultura disgregadora y materialista del tener y disfrutar se percibe en muchos campos, en particular, respecto de los inmigrantes, afectados, como también las clases medias, por la crisis cultural y económica; la misma nación española se encuentra con graves problemas de identidad, amenazada por posibles rupturas insolidarias; el nivel intelectual del discurso público es más bien pobre, afectado por el relativismo y el emotivismo".
En definitiva, una España a punto de romperse, en crisis profunda, víctima "del materialismo, del relativismo y del emotivismo". Esta situación se manifiesta, para el purpurado, especialmente en la crisis de la familia, de la vida y de la educación
Por eso, Rouco volvió a insistir, una vez más, que el matrimonio y la familia "son la célula básica de todo cuerpo social" y, en España, se encuentra desprotegida por las leyes. La familia es también "sujeto primario de la educación". En este ámbito, el cardenal recuerda el derecho de la Iglesia "a la enseñanza de la religión católica en la escuela estatal y el derecho de los padres a elegir la educación religiosa y moral de sus hijos".
Tras volver a clamar contra el aborto y reclamar la defensa de la vida "tanto en los comienzos de la existencia como en los finales", el cardenal concluyó advirtiendo que "la Iglesia no reivindica ningún privilegio para ella" y reconociendo que "la situación no es fácil".
Aunque también hay algunos signos de esperanza en medio del túnel del alejamiento de Dios. Entre ellos, Rouco señala a los movimientos eclesiales, a la vida consagrada, a las familias y a los jóvenes comprometidos, a "muchos abuelos que son verdaderos apóstoles" y, sobre todo " a una fe que mantiene sus hondas raíces en la conciencia popular, alimentada por la piedad del pueblo".
Balance de "casi 50 años de la Conferencia episcopal"
Con su tono monocorde y ronco habitual, sin la más mínima concesión sentimental a la galería, Rouco Varela comenzó con un recuerdo obligado al 11-M: "Encomendamos a la misericordia infinita de Dios a los fallecidos en el atentado terrorista cometido hoy hace 10 años en Madrid. Que el Señor cure también las heridas morales de las familias y personas afectadas y que nos conceda a todos la paz".
Y tras felicitar el nuevo cardenal español, Fernando Sebastián, centró su largo discurso en hacer un "balance de los casi 50 años de la Conferencia Episcopal". La española nació, "el 30 de abril de 1965, durante el último de los intervalos del Concilio". Desde entonces, acompaña a la sociedad española y la orienta con sus "grandes documentos". Y Rouco pasó revista a los más importantes.
Por un lado los dirigidos a la sociedad, entre los que citó especialmente el de 2002, dedicado al terrorismo y a identificar "un cierto nacionalismo totalitario como matriz ideológica del terrorismo de ETA". Y otro del 2006 contra "las propuestas políticas encaminadas a la desintegración unilateral de la unidad cultural y política de esa antigua nación que es España".
Otros muchos documentos episcopales se centraron en la vida interna de la Iglesia, con el objetivo, según Rouco, de "Velar por la fe de los sencillos y por la tutela de la doctrina católica". Porque, "la crisis doctrinal es un componente fundamental de la crisis de fe y de la secularización interna de la vida de la Iglesia".
Una despedida gris y plana. Con los mismos acentos de siempre. En su discurso no se nota que haya llegado a España la "primavera" de Francisco. Palabras que, en cualquier caso, pondrán fin a casi dos décadas de mandato cuasi absoluto en la Iglesia española, que se tradujo en cuatro trienios como presidente -de 1999 a 2005 y de 2008 a 2014-, superando con creces al cardenal Tarancón, y en un modelo de Iglesia que hoy, un año después de la elección del Papa Bergoglio, se presenta en franca retirada.
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http://www.izaping.com/15313/benedicto-xvi-un-farsante-de-gira-por-madrid.html
Viñeta de Vergara (diccionario biográfico español: Benedicto XVI) para Público
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Reelegido presidente de la Conferencia Episcopal Española el 1 de marzo de 2011 durante la XCVII Asamblea Plenaria.7
Organiza la Jornada Mundial de la Juventud de Madrid después de que el papa Benedicto XVI proclamara al finalizar la Jornada Mundial de la Juventud de Sídney que la siguiente sede sería Madrid en 2011.8
Representante de la Conferencia Episcopal Española en la XIII Asamblea General Ordinaria del Sínodo de los Obispos (Vaticano, 7-28 de octubre de 2012).
El 30 de noviembre de 2013 es confirmado como miembro de la Congregación para la Educación Católica, por el papa Francisco. El 16 de diciembre de dicho año deja de ser miembro de la Congregación para los Obispos.
En la Curia Romana es miembro de:
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Esta es la segunda ocasión en la que Castro cita como imputada a la infanta Cristina, pero cuando lo hizo por primera vez en abril de 2013tuvo que suspender poco después la citación porque de que la Fiscalía Anticorrupción había presentado un recurso ante la Audiencia Provincial. La Audiencia dejó sin efecto la imputación pero apuntó nuevas líneas de investigación para averiguar si la infanta Cristina pudo incurrir en posibles delitos fiscales y de blanqueo desde la empresa Aizoon, de la que es propietaria al 50 % junto a su esposo.
El juez Castro apunta en el auto que Iñaki Urdangarin "difícilmente" pudo haber defraudado a Hacienda "sin, cuando menos, elconocimiento y aquiescencia" de su mujer "por mucho que de cara a terceros" mantuviera "una actitud propia de quien mira para otro lado".
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Una forma de actuar que el magistrado considera irregular "por omisión", recalcando que no podría entenderse que la Duquesa de Palma no estuviera "alertada" del proceder de su marido, tanto por su"sólida formación" como por una intervención parlamentaria, en referencia a la efectuada a principios de 2006 por el diputado socialista Antoni Diéguez, en la que "se suscitaron dudas sobre las irregularidades del Instituto Nóos por beneficiarse de contrataciones públicas".
Tanto es así que, en los fundamentos jurídicos del auto, Castro se pregunta por qué la Infanta no utilizó su "paritario potencial participativo" en la sociedad Aizoon -de la que es copropietaria junto a su esposo y a través de la cual se habría defraudado al fisco- para rectificar las liquidaciones supuestamente defraudatorias de esta empresa.
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El juez José Castro ha imputado a la Infanta Cristina por un delito de blanqueo de capitales y otro fiscal presuntamente cometidos por la hija del Rey en su condición de copropietaria de Aizoon, empresa familiar a la que se desviaron más de un millón de euros públicos desde el Instituto Nóos.
El auto de 227 páginas, que acaban de recibir las partes, cita a la hija pequeña del Rey a declarar dentro de dos meses. Concretamente, el sábado 8 de marzo a las 10.00 horas de la mañana. El magistrado instructor del caso Urdangarin ha dado ese amplísimo margen con un obvio objetivo: que a la Audiencia Provincial de Palma le dé tiempo a fallar el más que seguro recurso de la Fiscalía Anticorrupción.
Los delitos que el titular del Juzgado de Instrucción número 3 de Palma atribuye a Doña Cristina están severamente castigados por el Código Penal. El blanqueo de capitales conlleva una pena de cárcel de hasta seis años, además de una multa que puede ser del triple de la cantidad de dinero lavada. El fiscal puede acarrear un máximo de cinco años de estancia en prisión y una sanción pecuniaria de hasta el séxtuplo de la cifra distraída a Hacienda.
El magistrado instructor sostiene que la contabilidad de Aizoon, sociedad instrumental que en estos momentos preside la duquesa de Palma, "distaba mucho de ajustarse a la realidad". Y tilda de "fiscalmente opaco" el reparto de dividendos entre los dos titulares de la empresa familiar: Cristina de Borbón y Grecia e Iñaki Urdangarin.
Una de las acusaciones más graves del auto viene a continuación, casi sin solución de continuidad, en un párrafo que no deja lugar a la duda: "Esos ingresos [procedentes del reparto de dividendos fiscalmente opacos] nunca los tributó en sus declaraciones del Impuesto sobre la Renta de las Personas Físicas [IRPF]".
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El Pleno del Comité de Expertos sobre la Evaluación de las medidas contra el lavado de dinero y la financiación del terrorismo (Moneyval), instituido por el Consejo de Europa, aprobó el 10 de diciembre de 2013 el informe sobre los progresos de la Santa Sede en esta materia.
Dicho informe sigue la adopción del "Informe de Evaluación Mutua" del 4 de julio de 2012 y forma parte de las normas ordinarias previstas en las Reglas de Procedimiento del Moneyval, según informa un comunicado emitido por la Oficina de Prensa de la Santa Sede en el Vaticano.
Mons. Antoine Camilleri, Secretario para las Relaciones con los Estados y Jefe de la Delegación de la Santa Sede/Ciudad del Vaticano en el Pleno de Moneyval, dijo que que la adopción del informe “confirma los importantes esfuerzos cumplidos por la Santa Sede y el Estado de la Ciudad del Vaticano para reforzar el marco de sus instrumentos jurídicos e institucionales”.
“La Santa Sede está totalmente comprometida en seguir mejorando la aplicación efectiva de todas las medidas necesarias para crear un sistema coherente y que funcione bien con el fin de prevenir y combatir los delitos financieros”, afirmó.
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El informe de Moneyval, órgano de control del Consejo de Europa en estos asuntos reconoce los "esfuerzos significativos" de la Santa Sede, pero recuerda que organismos como el Instituto para las Obras de Religión no han sido objeto de inspecciones
12/12/2013 PÚBLICO/ EFE Estrasburgo
El órgano de control del Consejo de Europa contra el blanqueo de capitales y la financiación del terrorismo, Moneyval, reconoce los "esfuerzos significativos" del Vaticano para incorporar los estándares internacionales y su compromiso con la transparencia financiera, en un informe publicado este jueves.
Aunque el avance suponga "parte de una estrategia a largo plazo", Moneyval certifica en su informe sobre la Santa Sede los pasos dados "para fortalecer el sistema de lucha contra el blanqueo de capitales y la financiación del terrorismo". Sin embargo, reconoce que aún queda trabajo por hacer y nuevas medidas que incorporar e insta a la Santa Sede a continuar aplicando cambios.
No fue hasta 2012 cuando el Vaticano pidió ser evaluado por este organismo por vez primera, después de los escándalos financieros que sacudieron los cimientos de la Iglesia este año, cuando todavía se encontraba bajo el mandato de Benedicto XVI.
El nuevo informe examina los avances registrados en las recomendaciones que se habían formulado, para concluir que "un gran rango de medidas legislatives y de otro tipo han sido adoptadas por la santa sede para remediar deficiencias identificadas en el primer informe, pero sigue hacienda falta adoptar otras iniciativas".
El documento habla de la necesidad de poner en la práctica la estructura legal para criminalizar el lavado de dinero y la financiación del terrorismo, e insta a asegurar que las instituciones financieras , entre ellas la santa Sede y la Ciudad Estado Vaticano sepan quienes son los titulares de las cuentas y que las medidas de identificación y verificación se están aplicando, en línea con los estándares internacionales. Una iniciativa que ya está en marcha, pero aún debe ser reforzada.
Entre otras carencias, Moneyval observa también que el Instituto para las Obras de Religión no ha sido objeto de inspecciones formales sobre blanqueo de capitales y financiación del terrorismo y confía en que se realicen en enero de 2014 y que incluyan una evaluación de riesgos de los clientes.
Acciones adoptadas motu propio por Francisco
Así, Moneyval aplaude las acciones adoptadas motu propio por el Papa Francisco y el "fuerte énfasis" puesto en la cooperación internacional, que ha llevado a la Autoridad de Inteligencia Financiera (FIA) a firmar acuerdos con seis países, entre ellos Estados Unidos y España.
Moneyval se congratula de que los informes de la FIA sobre transacciones sospechosas "sean ahora mucho más claros". En el ámbito legislativo, el organismo concluye que una amplia gama de medidas "ha sido adoptada en un corto espacio de tiempo", con el objetivo de "remediar las deficiencias" encontradas en el primer informe.
La Santa Sede deberá actualizar su índice de cumplimiento de las recomendaciones de Moneyval en diciembre de 2015. El organismo de control de la CE fue creado en 1997 con el objetivo de que sus miembros dispongan de un sistema eficaz para controlar el blanqueo de capitales y la financiación del terrorismo y que respeten las normas internacionales, y actúa, como en el caso de la Santa Sede, a través de informes periódicos sobre cada país.
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El Instituto para las Obras de Religión (IOR) administra fondos por un valor de 7 000 millones de euros y cuenta con casi 19 000 usuarios, de los cuales unos 5 200 son instituciones católicas, que tienen la titularidad de más del 85% de los fondos administrados; y 13 700 son personas entre las que se encuentran religiosos, empleados de la Ciudad del Vaticano y otros autorizados, como pueden ser los enviados diplomáticos ante la Santa Sede.1
Tras haberse visto afectado por la bancarrota del Banco Ambrosiano y varios escándalos, en la actualidad está llevando a cabo un proceso de transparencia, para el cual se harán públicos informes anuales sobre su situación financiera y ha sido contratada una empresa que realizará una auditoría externa para descartar irregularidades. En 2010 el papa Benedicto XVI promulgó en una nueva ley para prevenir el lavado de dinero y una de sus últimas decisiones antes de renunciar al papado fue la del nombramiento del abogadoalemán Ernst von Freyberg, perteneciente a la Orden de Malta, como director de la entidad.5 6
En este marco, el 1 de octubre de 2013 el Instituto hizo público su informe anual por primera vez en sus 125 años de historia. En él se detalla un beneficio neto de 86,6 millones de euros en el año 2012; cantidad que permitió al IOR aportar una contribución de 54,7 millones de euros al presupuesto de la Santa Sede.7
ALEGACIONES
Varios libros que aparecieron durante los años 90 eran altamente críticos con las relaciones históricas del Instituto para las Obras de Religión con gobiernos de la derecha y, especialmente, con el régimen del colaboracionista Estado independiente de Croacia.
Según un informe del Departamento de Estado de los EE.UU. hecho público en 1998, el gobierno pronazi de Croacia transfirió fuertes sumas de dinero fuera del país a través de la banca vaticana.Por su parte, el Vaticano ha negado en varias ocasiones cualquier participación en dicha operación, a pesar de lo cual se niega a investigar y abrir sus archivos.
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En 1997 fue publicada una nota redactada en 1946 por el agente de la Hacienda de los EE.UU. Emerson Bigelow, donde hace referencia a una “fuente confiable en Italia”, donde pone en aviso a su superior que los funcionarios croatas habrían enviado 350 millones de francos suizos (CHF) al Instituto para las Obras de Religión “para depositar”. Al parecer, CHF150 millones fueron confiscados por autoridades británicas en la frontera entre Austria y Suiza, lo que dejó la transferencia secreta al descubierto. Al respecto, "no hay base real a este informe" fue lo que dijo el portavoz del Vaticano, Joaquín Navarro-Valls[1].
Según investigaciones del diario inglés London Telegraph y del Inside Fraud Bulletin, para febrero del 2002 el Instituto para las Obras de Religión era responsable del blanqueo de 55 billones de dólares de la mafia anualmente
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http://es.wikipedia.org/wiki/Instituto_para_las_Obras_de_Religi%C3%B3n
MADRID, 5 Dic. (EUROPA PRESS) -
El rey de Tailandia, Phumiphon Adunyadet, ha solicitado este jueves a la población que "cumpla con sus tareas" y que tenga en cuenta "los beneficios y la unidad del país" durante un mensaje en el que no ha hecho referencia directa a la situación política que atraviesa el país.
En el mensaje, emitido con motivo de su cumpleaños, ha resaltado que el país ha permanecido en paz debido a "la unidad de los tailandeses y su amor por el país", según ha informado el diario tailandés 'The Nation'.
Phumiphon ha agradecido a la Familia Real, el Gobierno, el Ejército y el Parlamento, así como a la población, que haya acudido al Palacio Real para felicitarle en su cumpleaños. La gente reunida en los alrededores ha gritado 'Larga vida al rey' al paso de su convoy.
Por su parte, la primera ministra, Yingluck Shinawatra, ha sido la representante del Gobierno presente en la ceremonia, en la que ha expresado su aprecio por el monarca. Asimismo, el presidente del Parlamento, Somsak Kiarsuranont, ha felicitado a Phumiphon en nombre de los parlamentarios y la población.
Tailandia lleva más de una semana sufriendo manifestaciones diarias contra el Gobierno, por su decisión de promover una ley de amnistía que permitiría el regreso al país de Thaksin. En los enfrentamientos entre manifestantes y agentes de las fuerzas de seguridad el pasado domingo han muerto, al menos, cuatro manifestantes, según el balance oficial del Gobierno.
El miércoles, el viceprimer ministro tailandés, Surapong Tovichackchaikul, sugirió al líder de las manifestaciones contra el Gobierno, el exviceprimer ministro Suthep Thaugsuban, que se rinda para que el Ejecutivo estudie su propuesta de crear un "consejo popular".
Surapong, que está a cargo del Centro para la Administración de la Paz y el Orden, ha subrayado que si Suthep quiere discutir con el Gobierno sus ideas, debe entregarse antes a las autoridades para afrontar el cargo de sedición que se le imputa
El Gobierno de Tailandia no quiere enfrentamientos con los manifestantes
BANGKOK, 3 Dic. (Reuters/EP) - El Gobierno de Tailandia ha asegurado este martes que ha ordenado a la Policía no actuar en el marco de las manifestaciones contra la primera ministra, Yingluck Shinawatra, para evitar cualquier tipo de enfrentamientos o episodios de violencia.
"Los manifestantes dicen que quieren apoderarse de los edificios gubernamentales, pero el Gobierno no quiere ver más enfrentamientos, por lo que hemos ordenado a la Policía que dé marcha atrás. Queremos evitar todo tipo de violencia o confrontación", ha dicho el portavoz del Ejecutivo, Teerat Ratanasevi.
Poco antes, el jefe de la Policía metropolitana de Bangkok, Kamronvit Thooprkrachang, había asegurado que las fuerzas de seguridad no harán frente a los manifestantes que intenten irrumpir en su sede tras el llamamiento a ello formulada por el líder de las manifestaciones, el exviceprimer ministro Suthep Thaugsuban.
"Hoy no usaremos gases lacrimógenos. No habrá confrontación, les dejaremos entrar si quieren", ha indicado, antes de añadir que los agentes colaborarán en la retirada de obstáculos físicos. Un testigo ha indicado en declaraciones a la agencia británica de noticias Reuters que varios agentes han empezado a retirar el alambre de espino de las barricadas que rodean el edificio.
"La sede (de la Policía) pertenece al público y fue construida con el dinero proveniente de los impuestos", ha dicho Kamronvit, antes de agregar que si tienen lugar incidentes durante la toma del edificio asumirá toda la culpa.
Asimismo, ha agregado que Yingluck ha hecho una donación de dos millones de bhats (alrededor de 45.900 euros) y que ha recalcado que no quiere presenciar luchas entre tailandeses.
LA OPOSICIÓN CANTA VICTORIA
Varios líderes de las manifestaciones han cantado victoria en respuesta a los anuncios formulados por el Gobierno y la Policía Metropolitana y han comenzado a retirar las barricadas que rodean varias sedes, entre ellas la de la Policía y las de la oficina de la primera ministra.
"La victoria es nuestra tras largas luchas y protestas", ha dicho Sathit Wongnongtoey desde Rajdamnoen, uno de los focos de las manifestaciones en Bangkok, según ha informado el diario tailandés 'The Nation'.
Por su parte, Tavorn Senniem ha formulado unas palabras similares y ha asegurado que, por el momento, los manifestantes no entrarán en la sede de la Policía. "La victoria conseguida hoy es una etapa. Esto minimizará las pérdidas y los enfrentamientos como los registrados ayer (por el lunes)", ha sostenido.
Bhumibol Adulyadej (Rama IX) el Grandioso es el rey de Tailandia desde 1946. Es el jefe de estado que más tiempo lleva en el cargo en todo el mundo, 63 años. Nació en Cambridge, Massachusetts, en los Estados Unidos. Tras un breve período escolar en Bangkok, dejó su país a los seis años con el resto de su familia, trasladándose a Suiza. En la localidad de Lausana completó sus estudios secundarios y se licenció en ciencias políticas.
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Aparece encabezando un ranking de la revista Forbes de los 15 monarcas más acaudalados del mundo con una fortuna estimada en 35,000 millones de dólares. La Oficina Real de Propiedades gestiona su riqueza que van desde participaciones en la banca y la industria hasta la hostelería y los bienes inmobiliarios. En el amplio terreno donde se levanta el Palacio de Chitralada, su residencia oficial de Bangkok, el rey Bhumibol tiene también instalado un complejo de silos, invernaderos, huertas, vaquerías y laboratorios que emplea, según se dice, para sus investigaciones sobre el desarrollo de la agricultura, la ganadería, la explotación de los recursos acuíferos y la preservación de la naturaleza.
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Durante su reinado ha superado 17 golpes de estado, 20 primeros ministros distintos y 15 constituciones.
Según Johnathan Head, el corresponsal de la BBC en la zona, el afecto de la gente por él es genuino. La gran mayoría de los tailandeses sienten admiración por la persona que consideran el verdadero espíritu de su país.
Sus incesantes viajes por Tailandia durante el inicio de su reinado y su interés personal por alentar el desarrollo rural han profundizado el reconocimiento y afecto de sus súbditos.
Al cumplirse 65 años de su coronación, se destaca su infalible autoridad moral, su popularidad, derivada de los planes agropecuarios que promocionó desde hace décadas -los llamados “Proyectos Reales”-, sus 10.000 proyectos sociales destinados a socorrer y aliviar las penurias de sus súbditos más desfavorecidos.
Además, se destaca su personalidad polifacética, que incluye desde traducciones de obras extranjeras, entre ellas una biografía del Mariscal Tito, hasta producciones de gran éxito y popularidad, la creación de patentes de diversos artilugios de su creación, sus dotes como saxofonista de jazz- y sus aficiones agrarias, que incluyen el mantenimiento de una especie de “koljós” real en el recinto de su propio palacio.
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We Are Totally Creeped Out By A New Portrait Of The Danish Royal Family
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Hace dos semanas que la familia real danesa desveló su retrato de grupo. La obra, firmada por el artista Thomas Kluge, ha llevado cuatro años pero, a juzgar por los comentarios de medios daneses, el resultado del esperado retrato familiar (el primero en más de un siglo) no ha sido el deseado.
25/11/2013 - El esperado retrato se ha presentado con motivo de la inauguración de una retrospectiva de retratos reales del artista, que han despertado numerosas críticas. Para empezar, son seis retratos por los que hay que pagar 80 coronas (unos 10 euros).
"La exhibición de retratos reales es poco creíble y lejos de Rembrandt y Tuxen", asegura el diario Politiken. Y es que el lienzo 'Kongehuset' ('La familia real', en danés) es el primer retrato de familia de la casa real danesa en más de un siglo, desde que el maestro Laurits Tuxen pintara al rey Christian IX y su esposa Louise, junto a sus hijos, en la década de 1880.
Según explica la Casa Real danesa, 'Kongehuset' retrata a la reina Margarita y su esposo Enrique de Laborde y con sus dos hijos (el heredero Federico y Joaquín), nueras (Mary y Marie) y sus ocho nietos (con el 'terrorífico' príncipe Cristian, hijo de Federico y futuro rey de Dinamarca, en el centro del cuadro) en una sala del Palacio de Fredensborg.
Se trata del mismo lugar y la misma disposición en la que se hizo el retrato del rey Christian IX, a la sazón titulado 'Fredensborgbillede' (Pintura de Fredensborg). En ambas obras aparece al fondo el lienzo 'Paisaje en ruinas', pintado en el XVIII por Jacopo Fabris. "Pero la pintura de la pintura crea en [la obra de] Kluge una alarmante anticipación de una inminente destrucción y decadencia", asegura el diario danés.
Resulta difícil creer, prosigue el diario, que se trate del encargo de un retratista oficial, sino que parece la obra de alguien que quisiese "predecir la caída de la monarquía". "Pero a Kluge le han encargado pintar estos retratos... los propios retratados".
NOV. 21, 2013, MEGAN WILLETT
This new portrait of the Danish royal family to celebrate the 150th anniversary of The House Glücksburg is absolutely horrifying.
The painting is by artist Thomas Kluge, and depicts Queen Margrethe II and her husband the Prince Consort Henrik seated on a couch, surrounded by their royal heirs.
"The present and future monarchs, H.M. the Queen, T.R.H. the Crown Prince and Prince Christian, all make eye contact with us, while their family members are portrayed in their own universe, unprovoked by the gaze of the spectator," the Danish Royal Collections museum explains on its website. "The children are at play with the exception of the upright and severe Prince Christian who seems aware of his future responsibilities."
"Severe" is right:
danish royal portrait creepy Prince Christian
The Danish Royal Collection
The creepy portrait — which took Kluge four years to paint and is "a kind of magic realism" — references a painting from the 1880s by Laurits Tuxen that depicts the Danish royal couple with their international family:
danish royal family christian IX Queen Louise 1880s
The new painting will be exhibited at the Danish Royal Collections at Rosenborg Castle with other royal portraits by the artist from November to March 2014, before it takes its permanent place in the residence of the royal couple at Fredensborg Palace.
Of course, this is not the first royal portrait to draw ire in recent years: A similar controversy erupted over English painter Paul Emsley's soft-focus oil painting of Kate Middleton in 2012. The first official portrait of the Duchess of Cambridge currently hangs in the National Portrait Gallery in London.
http://www.businessinsider.com/danish-royal-family-portrait-horrifying-2013-11
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